Come rispondere in maniera adeguata alle provocazioni

Ti è mai capitato di essere provocato? È una situazione davvero spiacevole e porta a reagire impulsivamente, proprio nel modo desiderato dal nostro interlocutore. Si perché una provocazione difficilmente è casuale.

Chi hai davanti ti provoca volutamente per valutare come reagisci e se il sangue ti sale al cervello e reagisci seguendo ciò che ti detta il tuo istinto, allora il rischio è quello di far partire un meccanismo dove l’altro provocherà e tu t’infurierai. E’ una situazione comune nel posto di lavoro, ma anche in famiglia oppure con una persona della tua stessa comitiva. 

Stai attento però, esistono diverse forme di provocazione. C’è la presa in giro vera e propria, la derisione, l’offesa, l’essere attaccati o accusati ingiustamente di qualcosa. Può essere sia una forma verbale che non verbale, come un atto di violenza. 

Chi subisce la provocazione prova sofferenza, la quale può sfociare in un disagio silenzioso oppure in collera. E lo scopo del provocatore è proprio quello di infastidirti. Esistono però dei modi che puoi sfruttare per interrompere questo gioco. Pronto a scoprire quali sono? 

4 modi di rispondere a una provocazione

1. Non reagire ma rispondi

Non reagire ma rispondi

Significa che devi imparare a controllare le tue reazioni. Non devi reagire in modo impulsivo alla provocazione. Se lo fai stai dando soddisfazione al provocatore.

Devi spiazzare il tuo interlocutore. Come? Usa il senso dell’umorismo, oppure dai una risposta che lascia trapelare tutta la tua indifferenza, gioca la carta dell’autoironismo, ridi come se avesse fatto una battuta. E’ una forma di risposta che impedisce al provocatore di controbattere perché non ha ottenuto la reazione desiderata. 

2. Accettare le critiche

Accettare le critiche

Spesso gli altri dicono cose giuste ma in toni sbagliati. Ci hai mai pensato? Devi valutare ciò che ti viene detto, capire se si tratta solo di una provocazione infondata oppure se alla base vi è una verità della quale devi prendere atto.

Ciò non significa che devi sopportare la provocazione, reagisci come descritto nel punto uno ma in ogni caso valuta la critica e usala come un punto di partenza per migliorarsi. 

3. Rispondi in modo fermo

Rispondi in modo fermo

Rispondi in modo fermo, consapevole e deciso. Esprimi il tuo punto di vista, il tuo pensiero e la tua opinione. Mantieni il rispetto per l’altro. Prima fai un bel respiro profondo in modo che la provocazione non generi in te lo stress desiderato, questo perché un lungo respiro ti aiuta ad ossigenare bene i cervello e riduce così stress e tensione muscolare. Reagisci in modo consapevole, riconoscendo la provocazione per quella che è. 

4. Fai una domanda

domanda

Si esatto, puoi fare una domanda per indagare. Chiedi il perché di una certa affermazione o accusa, non accogliere senza chiedere una spiegazione. Quando fai una domanda inevitabilmente vai a ridimensionare una provocazione e il tuo interlocutore si sente per un attimo spiazzato, non può più agire attaccandoti ma deve risponderti in modo adulto e razionale, rendendosi conto da solo di come ciò che ha detto è infondato. 

Fare una domanda però è anche un buon modo per distogliere l’attenzione dall’accusa, dimostrare all’altro che sei superiore e che l’attacco non ha fatto breccia. Il focus viene spostato su qualcosa di utile e molto più utile per la conversazione, la relazione etc. 

5. L’identikit del provocatore

provocatore

Ti sei mai soffermato a pensare perché un provocatore ha questa abitudine di deridere, sminuire e criticare gli altri? Spesso dietro questo comportamento vi è un profondo senso di insicurezza personale. Si sente solo, non riesce a farsi accettare dal contesto, si sente inadeguato, non sa controllare le proprie paure o ha solo bisogno di maggiori attenzioni.

Ecco che provocando riesce a ricevere l’attenzione di cui ha bisogno, si sente meno inadeguato perché spinge l’altro a sentirsi nello stesso modo etc. Soddisfa quindi i suoi bisogni. Quando reagisci nel modo giusto a una provocazione aiuti te e l’altro, aiutandolo a ricevere ciò di cui ha bisogno ma in maniera sana per entrambi. 

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