Per sperimentazione animale s’intende l’uso scientifico degli animali, a scopo di ricerca, per test farmatologici e cosmetici. Negli Stati Uniti, l’Animal Welfare Act venne emesso già nel 1966, eppure la sperimentazione sugli animali è consentita se giustificata (almeno fino al 1° gennaio 2020). In Europa, è dal 2009 che sono stati vietati i test sugli animali al settore cosmetico, e dal 2013 è vietato anche vendere prodotti con ingredienti testati sugli animali e sviluppati appositamente per la cosmesi. Ma i marchi che vendono in Cina, quindi in un Paese che non rispetta gli standard comunitari, sono da considerarsi cruelty-free?
Cosa vuol dire davvero cruelty-free
Per poter distinguere un brand che non testa i suoi prodotti sugli animali, né gli ingredienti di cui essi sono costituiti, hai la possibilità di consultare gli INCI e ricercare i bollini che ne attestano le certificazioni. Le più note sono quelle rilasciate da PETA (per i prodotti finiti) e Leaping Bunny (per gli ingredienti), che non sempre, però, sono garanzia di un prodotto cruelty-free.
Negli Stati Uniti, infatti, è possibile effettuare test scientifici sugli animali quando questi siano concessi dalla legge, in quanto giustificati da una necessità scientifica; Smashbox, ad esempio, non effettua più sperimentazioni sugli animali ed ha una certificazione PETA, NARS è stata invece rimossa dalla lista dei cosmetici sostenibili in quanto ha da poco iniziato a vendere in Cina, mentre Urban Decay è un brand vegano e cruelty-free ma è di proprietà di L’Oréal che invece non lo è. In questo caso, quindi, i prodotti per il mercato europeo non saranno testati sugli animali, ma quelli destinati ad altri mercati sì. Inoltre, in commercio sono presenti anche moltissimi brand autocertificati, che sono però cruelty-free, come Becca Cosmetics ed Essence. Infine, non sempre gli smalti non testati sugli animali sono anche vegani. I rossi di Orly ad esempio, sono a base di cocciniglia, e il Ridge Filler di O.P.I., un trattamento per le unghie, contiene seta.
Come riconoscere i prodotti beauty cruelty-free
In Italia, le leggi sono ancora più rigide, ma riconoscere un prodotto non testato sugli animali potrebbe essere più difficile. Oltre ai bollini PETA e Leaping Bunny, è bene, infatti, prestare attenzione anche alle seguenti diciture:
. Prodotto (finito) non testato su animali:
significa che il prodotto finito non è stato testato su cavie ma che gli ingredienti presenti sì
. Testato clinicamente:
il prodotto è stato testato su volontari umani, ma potrebbe comunque essere stato testato sugli animali, così come gli ingredienti che lo compongono
. Testato dermatologicamente:
prodotti o ingredienti sono stati testati sulla cute (senza specificare se di esseri umani o animali)
I 9 brand di smalti non testati sugli animali più ‘in’ del momento
La svedese Intensae propone smalti interamente vegetali che sono anche privi di DBP, toluene, formaldeide, canfora e resina di formaldeide. Il marchio, nato dall’estro del fotografo Christian Roman e dell’hairstylist James Samuel, offre un ampio ventaglio di colori, che include anche i pastello, i nude e gli scuri, (vero must-have dell’anno), che, però, non sono stati testati sugli animali solo in Francia, Svezia, Gran Bretagna ed Australia. Non contiene ingredienti animali e il prodotto finale è cruelty-free: stiamo parlando degli smalti di Il était un vernis, il brand francese certificato anche 5-free su tutti i suoi colori moda, anche quelli olografici. Arriva invece dal Regno Unito The Body Shop, una delle prime aziende al mondo a non effettuare test cosmetologici sugli animali, certificata sia PETA che Leaping Bunny. Comprende una linea dai colori autunnali, neon e con pagliuzze scintillanti che però potrebbero contenere ingredienti animali.
Una designer d’interni australiana ha invece da poco lanciato Paint Nail Lacquer, una linea di smalti irrinunciabili non testati sugli animali. Atossica e vegana, comprende anche i colori di stagione come il grigio indaco.
Benché il marchio sia stato acquistato da Coty, O.P.I. rimane un’azienda vegan e i cui smalti non contengono, dal 2007, ingredienti testati sugli animali. I prodotti venduti in Cina, però, non sono cruelty-free.
È atossica e vegan anche la linea nude di Lepo, che in più ha l’obiettivo di migliorare la salute delle unghie attraverso un composto naturalmente rinforzante come le alghe. Nella sua palette ci sono anche il rosa chiarissimo, il colore che ha spopolato sulle passerelle quest’anno, e il bianco per la french.
E a proposito di french, Orly è il prodotto cruelty-free autocertificato che nasce dall’esperienza e dalla passione di Jeff Pink per le unghie; e chi è Jeff Pink? L’inventore, appunto, della french manicure. Il brand è, però, solo vegan-friendly, il che significa che solo alcuni prodotti non contengono derivati animali. Sono cruelty-free anche gli smalti di Urban Decay: 12 nuance, tra cui nero e metallizzati, certificate PETA e senza agenti aggressivi (ma non del tutto vegan). In questa lista ci sono anche quelli tutti italiani di Faby Boutique, che sono 10-free, vegani e non testati sugli animali. Tra i colori proposti anche l’argento glitter, l’argento metal e il viola ultra violet; e con la Nature Collection, il marchio è anche eco-friendly.
Cos’è la positive list: i marchi che non testano nulla sugli animali
Nelle Positive List stilate da essereanimali.org e crueltyfreekitty.com sono presenti solo le compagnie che non testano i loro prodotti finiti sugli animali, né gli ingredienti che li compongono e che non vendono quegli stessi prodotti in Paesi dove i test non sono banditi, come ad esempio la Cina. Le liste, in continuo aggiornamento, includono tutti i prodotti, sia per l’igiene personale che per la pulizia della casa. Mentre per quanto riguarda gli smalti, 7 brand sicuri te li proponiamo noi:
Proprio dagli Stati Uniti arrivano gli smalti 7-free e non testati sugli animali più conosciuti del momento: Ella+Milla. Certificato PETA, 100% vegan, il marchio è disponibile sul mercato con una vasta gamma di colori moda, tra cui il grigio medio ed il verde oliva, tra i più glam dell’autunno/inverno 2018-2019.
Un nome che è invece molto conosciuto in ambito beauty è Zoya. Nato nel 1986 per mano di Michael e Zoya Reyzis, i suoi smalti non contengono cocciniglia né guanina e sono stati i primi a non contenere nemmeno DBP, formaldeide e toluene.
Altrettanto abbordabili sono gli smalti vegan e non testati sugli animali di E.L.F. Ideali per la nail art in quanto comprendono anche le versioni glitter prive di composti nocivi, sono i più apprezzati dalle youtuber, e sono certificati PETA.
C’è anche il Sahara Rose usato da Thakoon nella palette colori di PRITI NYC, sponsor delle Fashion Week di New York e Parigi. Il marchio Made in USA è infatti gluten-free, atossico e cruelty-free, ecco perché case di moda come The Row, Tory Burch, Tommy Hilifiger, Lacoste e Del Pozo lo preferiscono.
Anche gli smalti by Mark Jacobs sono 100% vegani, non testati sugli animali ed atossici, come quelli di SpaRitual, questi ultimi presenti in ben 200 nuance, anche glitterate. Infine, c’è Essence: vegana al 100% ed autocertificata. I suoi smalti, iper-resistenti, comprendono moltissimi colori e shades metallizzate, anche sui toni dell’argento e del tropical.