Perché i bambini si comportano male con i propri genitori?

Spesso i bambini piccoli assumono un brutto comportamento nei confronti dei propri genitori. Non devi pensare che ciò sia causato soltanto dal carattere, bensì dal fatto che allo stesso modo degli adulti, sentono il bisogno di esternare i loro momenti di rabbia o di frustrazione.

Ovviamente però i bambini non possiedono ancora gli strumenti adatti per seguire un giusto metodo, perciò lo sfogo finisce spesso in pianti, urla e capricci.

Cosa fare se tuo figlio si comporta male con te

Attenzione però, ciò non deve diventare un’abitudine: spesso si pensa che
ai bambini piccoli debba essere concesso tutto o quasi, ma in questo caso è doveroso fargli capire che uno sfogo di questo tipo non giova in alcun modo (ovviamente ciò richiede tempo e deve essere fatto con insegnamenti graduali, non con metodi bruschi).

I genitori nella vita del bambino interpretano un ruolo di responsabilità molto importante e da non sottovalutare, ossia accompagnare e indicare il cammino giusto al bambino, insegnandogli a distinguere le azioni giuste
da quelle sbagliate, così come gli atteggiamenti necessari in determinate situazioni e quelli che invece sono da evitare.

Per questo motivo è importante che il genitore comprenda al meglio tutte le necessità del figlio. Generalmente i comportamenti peggiori vengono fuori all’interno della casa, e questo dipende molto probabilmente dal fatto che il bambino si sente molto più al sicuro, svincolato da tutte le regole, materiali e morali, che la società impone in ogni ambiente pubblico al di fuori della casa, che sia esso la scuola o un parco pubblico.

Inoltre i genitori solitamente sono coloro che passano con il bambino i momenti più importanti, sia positivi che negativi, e con i quali egli ha più
confidenza. In presenza di altre persone invece non riescono ad esternare tutte le emozioni e sentimenti che provano in quel momento, reprimendo così il loro atteggiamento.

Come ho scritto in precedenza, questi atteggiamenti sono talvolta causati dal bisogno di sfogare lo stress accumulato precedentemente, molte volte a scuola, l’ambiente che da bambini suona come il più rigoroso in assoluto; è frequente che questi sfoghi si presentano soprattutto la sera, quando la
stanchezza aggrava uno stato emotivo già precario.

In questo caso dovresti cercare di convincerlo a sfogarsi in qualche altro modo più costruttivo (anche con alcuni giocattoli che apprezza
particolarmente), oppure se possibile, cercare di farlo riposare per sciogliere le tensioni accumulate durante la giornata.

Questa però non è l’unica causa plausibile di una cattiva condotta, ma ci sono almeno altre tre motivazioni che possono giustificarla. La prima è anche la più conosciuta: una necessità di attenzioni. Spesso un comportamento negativo è sintomo di una carenza di attenzioni, ma questa frase non deve suonare come un senso di colpa, perché molte volte i genitori non hanno tempo a sufficienza per cause di lavoro o altri
impegni di prima necessità, quindi non è detto che ci sia qualcosa di sbagliato nell’approccio personale col bambino.

Detto questo ti consiglio comunque di domandarti sempre se gli stai
dedicando più attenzioni possibili, altrimenti è necessario eliminare gli impegni non strettamente necessari per concentrarsi su di lui/lei e fare in modo che il suo comportamento migliori.

Una seconda motivazione è il bisogno del bambino di confrontarsi talvolta con il genitore. E’ una caratteristica che si presenta in particolar modo tra un bambino maschio e il padre ma, seppur con minore probabilità, può accadere anche tra madre e figlia.

In questo caso il bambino sta imparando a conoscersi e a conoscere il mondo che lo circonda, e confrontarsi è un metodo istintivo dell’uomo
per acquisire consapevolezza delle proprie capacità, del proprio ruolo e quello degli altri.

E’ un momento della crescita che non deve essere represso ma, come del resto quasi tutto, richiede attenzione e fermezza nel far comprendere al bambino qual è la giusta strada da intraprendere, e che
anche se sta acquisendo sempre più sicurezza e coscienza, il genitore resta la figura autorevole.

L’ultima (non per frequenza) possibile causa di una cattiva condotta risiede in un tentativo di esprimere un certo bisogno nel modo sbagliato. L’esempio più comune è il classico capriccio che un bambino molto piccolo utilizza quando vuole un determinato gioco, quando vuole essere preso in collo, quando ha fame, quando deve essere cambiato… un po’ per tutto!

In questo caso devi cercare di fargli capire che ogni esigenza è diversa dall’altra, e che non può essere adottata una sola espressione comune per tutte.

Ad ogni modo cerca sempre di tenere bene in mente questo: il fatto che tuo figlio/tua figlia faccia molti capricci con voi genitori e meno con il resto delle persone (che è indice di una maggiore confidenza) non significa necessariamente che siete dei cattivi genitori o che state sbagliando
qualcosa in modo assoluto, è molto più probabile che siano necessarie particolari attenzioni per una determinata fase della vita, dalla quale d’altra parte, siamo passati tutti.

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